Storico: Come gli esperti approvano i prodotti | Foodu
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Come gli esperti approvano i prodotti

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Informazioni di editing dell'articolo
Autore:
MarinaPutzolu
Revisori:
antonella, Martina.Loi, admin, montemarco, Frankaffa, valentina.masella, FedericaF, marcobuccianti, francesca06, micheladelucca@alice.it, erika51, Flavia27
Editor:
Gabriella (mariabitetto@gmail.com)
Stato:
Prima stesura
Note:
?
Eventi:
Martedì 17 Marzo 2020 14:56 - MarinaPutzolu ha ricevuto richiesta di scrivere l'articolo
Martedì 17 Marzo 2020 14:56 - L'articolo e' passato nello stato 'Richiesta di assegnazione inviata all'autore'
Martedì 17 Marzo 2020 14:56 - Martina.Loi ha ricevuto richiesta di revisionare l'articolo
Martedì 17 Marzo 2020 14:56 - montemarco ha ricevuto richiesta di revisionare l'articolo
Martedì 17 Marzo 2020 14:57 - antonella ha ricevuto richiesta di revisionare l'articolo
Martedì 17 Marzo 2020 14:57 - admin ha ricevuto richiesta di revisionare l'articolo
Martedì 17 Marzo 2020 14:58 - antonella ha accettato di revisionare l'articolo
Mercoledì 18 Marzo 2020 16:57 - Martina.Loi ha accettato di revisionare l'articolo
Mercoledì 18 Marzo 2020 18:10 - L'articolo e' passato nello stato 'Prima stesura'
Mercoledì 18 Marzo 2020 18:10 - MarinaPutzolu ha accettato di scrivere l'articolo
Mercoledì 18 Marzo 2020 18:23 - admin ha accettato di revisionare l'articolo
Martedì 24 Marzo 2020 12:20 - montemarco ha accettato di revisionare l'articolo
Venerdì 05 Giugno 2020 16:55 - Frankaffa ha ricevuto richiesta di revisionare l'articolo
Venerdì 05 Giugno 2020 17:08 - Frankaffa ha accettato di revisionare l'articolo
Lunedì 12 Ottobre 2020 12:03 - federicam ha ricevuto richiesta di revisionare l'articolo
Martedì 13 Ottobre 2020 10:41 - federicam ha accettato di revisionare l'articolo
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Commenti
1 discussione attiva, 22 archiviate (Nascondi archiviate)
  • Bevande vegetali
    - 4 anni, 1 mese fa

    In alcune bevande si ritrova fra gli ingredienti inulina e sale: pareri?

    Rispondi
    • - 4 anni, 1 mese fa

      l'inulina è una fibra solubile che si ritrova in grandi quantità in cipolle e carciofi. Oltre ad essere una fibra apporta un leggero gusto dolce e funge da addensante ad alte concentrazioni (non credo si aquesto il caso delle bevande). A volte l'ho ritrovato negli yogurt al 2%. Io vedo sempre positivamente l'aggiunta di questo ingrediente.
      Il sale penso abbia una funzione edonistica/ per il bilanciamento del gusto. Se non è eccessivo possiamo anche soprassedere. Di che quantità stiamo parlando?

      • - 3 anni, 11 mesi fa

        Di solito sono fra gli ultimi ingredienti, quindi piccole quantità... Ripeto la domanda: si può considerare un additivo? Consideriamo anche le varie aggiunte di minerali o vitamine?

      • - 3 anni, 11 mesi fa

        condivido l'importanza dell'inulina. Io su questo ho scritto un piccolo manuale corredato di ricette dal titolo "La cucina metabolica"

        • - 3 anni, 11 mesi fa

          Ritenete utile inserirlo come punteggio plus?

      • - 4 anni, 1 mese fa

        Si può considerare un additivo? In questo caso dovremmo inserirlo fra quelli accettati perchè al momento abbiamo messo "nessuno"...

        • - 3 anni, 11 mesi fa

          si va bene come additivo. Direi che possiamo valutare di accettarlo.

          Rispondi
  • Introduzioni
    Archiviato da Gabriella 4 anni, 1 mese fa
    - 4 anni, 5 mesi fa

    Analizzando le categorie con Antonella abbiamo ritenuto utile fare una mini introduzione per ogni categoria spiegando il motivo della scelta di alcune soglie particolari, tipo la differenza fra biscotti da colazione e altri, come mai su alcune accettiamo zuccheri aggiunti su altre no, ecc... Qualcosa che possa servire anche a noi per ricordare in futuro il motivo che ci ha portato alla scelta di quelle soglie, in poche righe

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
  • Certificazioni fairtrade
    Archiviato da Gabriella 4 anni, 1 mese fa
    - 4 anni, 5 mesi fa

    Per alimenti prodotti EXTRA UE come il cioccolato e alcuni tipi di frutta secca si è deciso di inserire questa certificazione. Potremmo riportarla anche in questo articolo generale come "certificazione per prodotti extra UE". Che ne dite?

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
  • In certificazione bio
    Archiviato da Gabriella 4 anni, 1 mese fa
    - 4 anni, 5 mesi fa

    Per chiamare il prodotto "in conversione" ("in certificazione" è una dicitura non ammessa) il produttore deve essere autorizzato dal suo organismo di controllo e riportare la dicitura su etichetta. La fase di trasformazione del prodotto bio è anche questa da certificare, di conseguenza se un produttore ha i campi che stanno terminando la fase di conversione ma non assoggetta la trasformazione al sistema di certificazione il prodotto è convenzionale.

    Art. 62 reg. 889/2008 (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32008R0889&from=IT)

    Nel decreto legislativo 20/2018 (art. 10) è espressamente detto che anche una comunicazione errata su internet costituisce reato con sanzioni da 600 a 18000 euro

    (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/03/21/18G00045/sg)

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
  • STG
    Archiviato da Martina.Loi 4 anni, 5 mesi fa
    - 4 anni, 5 mesi fa

    Aggiungerei il marchio STG (specialità tradizionale garantita), che ormai rientra fra le certificazioni europee

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
  • Reminder origine materie prime
    Archiviato da Gabriella 4 anni, 1 mese fa
    - 4 anni, 5 mesi fa

    Giusto per ricordare che nell'articolo la questione è ancora aperta

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 5 mesi fa

      Vero, sono andata a rileggermi la discussione, ma non abbiamo in effetti raggiunto un punto...

      • - 4 anni, 5 mesi fa

        Questo punto lo affronteremo dettagliatamente appena possibile nell'articolo ad hoc. Abbiamo già stabilito l'origine delle materie prime in alcune categorie, laddove questa caratteristica è stata reputata molto importante (es malto nella birra, frutta secca)

  • Dolcificanti e zuccheri
    Archiviato da Gabriella 4 anni, 1 mese fa
    - 4 anni, 5 mesi fa

    Secondo me sarebbero da rivedere come ordine. A mio parere lo sciroppo di glucosio è da considerare peggiore rispetto ad edulcoranti come l'eritritolo

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 5 mesi fa

      Più che altro qual è la regola che è stata seguita? Perchè vedo che prodotti zuccheri a basso indice glicemico sono sparsi qua e la e viene premiato lo sciroppo d'acero che non è altro uno zucchero bollito, privato di gran parte delle vitamine che ritroviamo, ad esempio, nel miele più in basso.

      • - 4 anni, 5 mesi fa

        In realtà è stato difficile fare una scala perché sono tanti i fattori da considerare... Lasciando fuori dolcificanti artificiali o polialcoli, per restare nel più "naturale possibile", alla fine ho usato la tabella dell'indice glicemico... Non sono mai stata soddisfatta di questo criterio, quindi possiamo modificarlo, se troviamo una regola valida in linea generale

        • - 4 anni, 5 mesi fa

          Nei vari articoli abbiamo abbozzato la lista degli zuccheri "ammessi". Anche in questo caso l'articolo ad hoc ci permetterà di tornare in futuro su questa categoria e, se necessario, modificarla.
          Va chiarito anche il ruolo dei dolcificanti anche naturali (es. stevia) che sono in realtà additivi.

  • Tipo grassi
    Archiviato da Martina.Loi 4 anni, 5 mesi fa
    - 4 anni, 5 mesi fa

    Valorizzerei maggiormente l'olio di girasole estratto a freddo rispetto a olio di oliva (trattato chimicamente)

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
  • Packaging sottovuoto
    Archiviato da Martina.Loi 4 anni, 5 mesi fa
    - 4 anni, 6 mesi fa

    Valutiamo se per certe categorie è bene considerare il sottovuoto tra le soglie. Ad esempio la frutta secca sotto vuoto mantiene meglio il prodotto rispetto alla classica confezione in plastica.
    Che ne pensate? Se si per quali categorie la consideriamo?

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 6 mesi fa

      La soglia mi sembra troppo restrittiva, potremmo dare un punteggio eventualmente

      • - 4 anni, 6 mesi fa

        Sono d'accordo con Gabriella. La soglia mi sembra eccessiva.

        Rispondi
  • Categorie
    Archiviato da Gabriella 4 anni, 6 mesi fa
    - 4 anni, 6 mesi fa

    Ho inserito tutte le categorie che mancavano. Valutiamo insieme se sia il caso di valutarle tutte singolarmente o se possiamo accorpare qualcuna (es. cereali in chicco o creme spalmabili o legumi...)

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
  • sale
    Archiviato da Gabriella 4 anni, 1 mese fa
    - 4 anni, 6 mesi fa

    bisogna chiarire una linea guida generale, vedo che in alcune categorie si prende in considerazione la media dei prodotti in commercio, per altri (vellutate) si è preso la definizione di prodotti a medio contenuti di sale del SINU. Bisogna specificare in che caso applichiamo un criterio e in che caso applichiamo l'altro.

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 6 mesi fa

      Penso che dipenda sopratutto dalla fonte che si è trovata probabilmente

    • - 4 anni, 6 mesi fa

      eviterei di usare la soglia "senza sale aggiunto", perchè la quantità di sale aggiunta potrebbe essere irrisoria e rischiamo inutilmente di escludere prodotti.

      • - 4 anni, 5 mesi fa

        Io credo che il discorso vari e debba variare a seconda dei prodotti. Mi spiego meglio: se nel pane si mette meno dell'1.5% di sale non saprà di niente. Diverso è il discorso di fagioli in scatola (0.9% sale) che condisco (magari aggiungendo olio e sale) o aggiungo ad altre preparazioni già salate. Di pane ne mangio 50-100g, di fagioli ne mangio anche 150-200g. L'apporto di sale può quindi consistente anche per i fagioli che potrei benissimo produrre senza o con poco sale.

        Il motivo per cui nelle vellutate ho preferito inserire una soglia media è proprio perchè se consideriamo il quantitativo che si mangia di quel prodotto, l'apporto di sale può essere considerevole e possono essere consumati tal quali, senza ulteriori cotture/manipolazioni.

        • - 4 anni, 5 mesi fa

          Dovremmo aver definito le soglie quantitative del sale neile varia categorie. Abbiamo utilizzato sia le informazioni derivanti da ricerche di mercato che linee guida per prodotti " a medio contenuto di sale" per la società italiana di nutrizione (SINU).
          N.B. abbiamo messo una soglia senza sale solo per la frutta secca

  • Categorie Marina
    Archiviato da Gabriella 4 anni, 1 mese fa
    - 4 anni, 6 mesi fa

    Ho iniziato a inserire i valori medi per le seguenti categorie:
    frollini, merendine, snack salati (per questi ultimi ho usato come riferimento i crackers)

    I valori provengono dal sito adepi, ma ho dato una sbirciata sul sito crea, e su per giu ci siamo.

    Ho inserito anche dei valori che non erano stati considerati, come il contenuto energetico, secondo me sarebbe carino cosi quando inizieremo con un eventuale "carrello virtuale" avremo già i valori in kcal, ma ditemi voi cosa ne pensate.

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 6 mesi fa

      Ho aggiunto anche le rispettive "Categorie Figlio". Valuta tu stessa se per queste sono valide le soglie della categoria padre oppure se per qualcuna ha senso aggiungere/modificare delle soglie riportandolo sempre nei rispettivi commenti

      • - 4 anni, 6 mesi fa

        Per le sottocategorie dei biscotti, ho trovato i valori solo di biscotti alla:
        soia
        integrali
        secchi
        frollini
        wafers

        ma non quelli delle categorie che hai inserito

        • - 4 anni, 6 mesi fa

          Ok, cerchiamo di capire se riusciamo a condividere una classificazione dei biscotti sulla base dei valori presenti in letteratura e se i biscotti al cioccolato e alla frutta possono essere inclusi. Biscotti Frollini, Biscotti Secchi, Biscotti Integrali mi sembrano ok. Bisogna capire se i i biscotti che ad oggi abbiamo selezionato possono rientrare in queste categorie o manca qualcosa. Sentiamo gli altri che ne pensano.

          • - 4 anni, 6 mesi fa

            Ok, in teoria sarebbe necessaria una categoria a parte soprattutto se i biscotti sono farciti, attendiamo gli altri

            • - 4 anni, 6 mesi fa

              Al momento non abbiamo biscotti farciti, le farciture sono solo in merende. Valutiamo più che altro il discorso burro: come lo consideriamo?
              E' chiaro che sarebbe da preferire l'olio evo, ma non vorrei demonizzare il burro che in alcune regioni viene usato quotidianamente... Cerchiamo di educare all'uso parsimonioso o eliminiamo i prodotti con burro??

              • - 4 anni, 6 mesi fa

                Dipende tutto da come vogliamo impostare la soglia, ovviamente in termini di qualità sarebbe da preferire l'olio, ma in questo modo dovremmo escludere molti prodotti in commercio...

                • - 4 anni, 6 mesi fa

                  Lasciamo una soglia sui grassi saturi?

                  • - 4 anni, 6 mesi fa

                    e quindi lasciamo il burro come grasso accettato?

                    • - 4 anni, 6 mesi fa

                      Secondo me si, ma vorrei sentire anche gli altri

                      Rispondi
                      • - 4 anni, 5 mesi fa

                        Concordo su lasciare i grassi saturi come soglia non escludendo tutti i prodotti con il burro.

      • - 4 anni, 6 mesi fa

        in biscotti non di tutti ci sono i link. Questo significa che non abbiamo fatto una progettazione separata per biscotti al burro, cioccolato, ecc... Discutiamo qui se è bene farla. Se si apriamo nuove progettazioni

  • Quantitativo di grassi saturi e zuccheri
    Archiviato da antonella 4 anni, 6 mesi fa
    - 4 anni, 6 mesi fa

    Io lo aggiungerei alle caratteristiche generali provando a trovare dei limiti ragionevoli ai quali facciamo un elenco dia laimenti che sono esclusi dai limiti (es. creme spalmabili, biscotti al burro, ecc...).
    Che ne pensate?

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 6 mesi fa

      Credo sia un pò complicato trovare dei limiti ragionevoli validi per più categorie...

    • - 4 anni, 6 mesi fa

      riprenderei la macrovoce "valori nutrizionali" che abbiamo messo tra parentesi e aggiungerei oltre grassi e zuccheri anche quantitativo di sale nascosto nei cibi

      • - 4 anni, 6 mesi fa

        In realtà quello fra parentesi non è "valori nutrizionali", ma "valorE" nel senso di "punteggio"

        • - 4 anni, 6 mesi fa

          Ok, hai ragione. Penso che non utilizzando il nutri score dovremmo trasformarlo in ingredienti e valori nutrizionali. In questa macro area condividere le caratteristiche come quantità sale, zuccheri e grassi saturi; tipo di zuccheri e tipo di grassi; ingredienti che scartiamo e che il consumatore non troverà mai; n. Max di ingredienti

          • - 4 anni, 6 mesi fa

            Non credo di aver capito bene come intendi strutturale nell'articolo...

            • - 4 anni, 6 mesi fa

              Mi associo a Gabriella, puoi spiegarmi meglio come intendi procedere?

              • - 4 anni, 6 mesi fa

                Penso sia meglio fare una skype o una telefonata prossima settimana, e ve lo racconto meglio per capire se è fattibile. Per ora archivio il commento

  • PROCESSO DI TRASFORMAZIONE
    Archiviato da antonella 4 anni, 6 mesi fa
    - 4 anni, 6 mesi fa

    Cari, vi proèpongo di aggiungere alle caratteristiche comuni a tutti i prodotti quella riportata nache qui https://beta.wikonsumer.org/rubriche/salute/la-qualita-secondo-wikonsumerorg
    come: "Processi di tasformazione che rispettano il prodotto"

    Fatemi sapere che ne pensate

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 6 mesi fa

      Il link non è accessibile, comunque va bene anche per me, lo lascio cosi generico e poi nelle singole categorie specifichiamo?

      Rispondi
    • - 4 anni, 6 mesi fa

      il link non è più cliccabile.. se non ricordo male era un modo per poter preferire oli estratti a freddo, prodotti tostati a basse temperature e cose di questo tipo.. Mi confermi?
      In caso affermativo direi di si!

      • - 4 anni, 6 mesi fa

        Il link è lo stesso presente nella intro di questo articolo

        • - 4 anni, 6 mesi fa

          Ho aggiunto la voce, intendevi qualcosa del genere?

          Rispondi
          • - 4 anni, 6 mesi fa

            Si esattamente

  • categorie
    Archiviato da MarinaPutzolu 4 anni, 6 mesi fa
    - 4 anni, 7 mesi fa

    Posso iniziare a modificare i valori presenti nelle categorie? Posso partire con i biscotti eventualmente

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 6 mesi fa

      certo, comincia a lavorare sulle categorie, benissimo dai biscotti. Lavoriamo con i commenti nei link
      ;)

  • Tipi di grassi e tipi di zuccheri aggiunti
    Archiviato da antonella 4 anni, 6 mesi fa
    - 4 anni, 7 mesi fa

    Gabri, puoi aggiungere queste caratteristiche con i relativi valori che abbiamo scelto. Inseriamole perché sono valide per tutti gli alimenti.

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
  • Packaging
    Archiviato da antonella 4 anni, 6 mesi fa
    - 4 anni, 7 mesi fa

    Secondo me si potrebbe inserire anche da materiale riciclato. In questo modo si esalta attenzione all'utilizzo di prodotti riciclati da parte dell'azienda. Si potrebbe inserire anche biodegradabile...se non sbaglio esiste uno specifico standard per definire biodegradabile un materiale

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 7 mesi fa

      Ottima idea, sono d'accordo

      Rispondi
      • - 4 anni, 6 mesi fa

        se per fav lo aggiungi alla caratteristica packaging nell'articolo archivio il commento ;)

        • - 4 anni, 6 mesi fa

          fatto

  • Additivi
    Archiviato da antonella 4 anni, 6 mesi fa
    - 4 anni, 7 mesi fa

    Non mi convince la classificazione riguardante gli additivi. Il termine "consentito" fa sembrare che gli altri non lo siano per legge e ciò potrebbe compromettere la veridicità di quello che scriviamo.
    Al posto di consentiti potremmo indicare l'assenza di limiti d'uso o avvertenze (per alcuni additivi infatti sono necessarie indicazioni supplementari quando utilizzati o limiti d'uso per dimostrate problematiche di assunzione in determinate quantità). Che ne pensate?

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 7 mesi fa

      Purtroppo era necessario inserire una via di mezzo fra "presenti" e "assenti" perché in alcuni prodotti ci sono e non potevamo escluderli solo per quell'ingrediente che, in effetti, non è pericoloso per la salute. Abbiamo cercato un termine che ci permettesse di far comprendere il senso, ma non ne abbiamo trovato uno migliore, quindi ben venga un suggerimento, ma deve essere una parola che riassume il concetto. Poi magari inseriamo una piccola descrizione, come abbiamo già fatto, per spiegare meglio. Intendo dire che deve comparire fra i possibili valori della caratteristica:
      conservanti e additivi: presenti/......?....../assenti

      • - 4 anni, 7 mesi fa

        Se scrivessimo ad esempio presente ma naturale?

        • - 4 anni, 7 mesi fa

          o magari solo "naturali" sempre se il termine sia "consentito" facendo riferimento al commento di marco

          Rispondi
          • - 4 anni, 7 mesi fa

            Anche se non sempre sono "naturali", seppur innocui

            • - 4 anni, 7 mesi fa

              però magari il consumatore vuole sapere se la sostanza è naturale o meno

              • - 4 anni, 7 mesi fa

                Se nn sbaglio nn si può definire naturale. Credo prima dipendesse esclusivamente dalla composizione chimica. In ogni caso anche l'acido lattico, la pectina o altro possono essere sintetizzati chimicamente e il fatto che siano stati estratti da sostanze naturali nn significa che non siano stati utilizzati solventi

                • - 4 anni, 7 mesi fa

                  Concordo sul fatto che "naturale" non sia la definizione migliore.. un esempio: la stevia è naturale ma ha un limite d'utilizzo ben definito perchè se consumato in grandi quantità può essere dannoso.
                  Parlando con Marco e Antonella abbiamo pensato a una definizione interna, come ad esempio "scelti" o "preferiti" o qualcos'altro di questo tipo.
                  Andrà poi spiegato a parte che prediligiamo additivi di origine naturale per cui non esistono dati di tossicità, ovvero senza limitazioni d'uso e che possono essere utilizzati quantum satis). Non dimentichiamo però di ricordare che TUTTI gli additivi auorizzati sono sicuri e "innocui" alle concentrazioni definite per legge (che sono anche 100 volte più basse di quelle che danno tossicità)

                  • - 4 anni, 7 mesi fa

                    Ottima spiegazione, per me possiamo procedere così. Forse scelti mi piace di più di preferiti, sembra meno soggettivo

                    • x Marina
                      - 4 anni, 6 mesi fa

                      procediamo con scelti riportando la breve descrizione che ci ha dato martina. Così archivio il commento ;)

                      • - 4 anni, 6 mesi fa

                        inserito

    • esempio pratico
      - 4 anni, 7 mesi fa

      https://beta.wikonsumer.org/prodotti/ursini-sugo-di-polpettine-di-pane-uova-e-formaggio

      Anche in questo caso come per i biscotti guardiamo l'esempio del sugo alle polpette di pane che tu marco hai assaggiato. Notiamo che tra gli ingredienti c'è acidificante: acido lattico. In questo caso abbiamo messo CONSERVANTI ED ADDITIVI "CONSENTITI" inventandoci una terminologia che forse come dici tu può trarre in inganno.

      Se vedete in info di questa caratteristica l'abbiamo descritta così: """Esistono diversi tipi di conservanti e additivi, Wikonsumer approva solo quelli del tutto innocui, come ad esempio acido acetico, acido lattico, acido L- ascorbico (Vitamina C), lecitina di soia, acido citrico, farina di semi di carrubbe/semi di guar, pectina, ecc... Sono sostanze, naturali o di sintesi, che prolungano il periodo di validità di prodotti alimentari proteggendoli dal deterioramento provocato dai microorganismi"""

      Quindi come proponete di gestire ingredienti come quelli citati nella descrizione sopra ad es. nel caso delle polpette, ma che può essere generalizzato in tanti altri casi? Help us ;)

      • - 4 anni, 7 mesi fa

        La definizione che é stata inserita sulla conservazione da microrganismi in realtà non é propriamente corretta. Tra gli additivi ci sono i conservanti ma ci sono anche stabilizzanti, emulsionanti ecc. Ad esempio la pectina, farina di carrube, guar o lecitina di soia non sono conservanti e non hanno effetto sulla stabilità microbiologica degli alimenti

        Rispondi
        • - 4 anni, 7 mesi fa

          Correggiamo e mettiamo solo additivi

          Rispondi
          • - 4 anni, 6 mesi fa

            fatto

          • x Marina
            - 4 anni, 6 mesi fa

            analogo al commento precedente. Grzzzz

  • Valore nutrizionale e Nutri-score
    Archiviato da Gabriella 4 anni, 7 mesi fa
    - 4 anni, 7 mesi fa

    Non stiamo utilizzando il metodo nutri-score al momento, potremmo tralasciarlo anche negli articoli se siete d'accordo

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 7 mesi fa

      Ok lo archiviamo al momento, ma a questo punto lo lasciamo solo qui tra parentesi, così che quando lo useremo ci tornerà utile averlo nella lista

      Rispondi
  • Valori da analizzare insieme
    Archiviato da antonella 4 anni, 6 mesi fa
    - 4 anni, 7 mesi fa

    Per quanto riguarda l'origine delle materie prime, vorrei confrontarmi con voi per trovare il modo migliore di far capire come mai abbiamo accettato anche alcuni prodotti con ingredienti extra-UE perché difficilmente reperibili in Italia o UE o tipici di altre zone, come il pesce pescato in oceano o il cioccolato in alce nero o ingredienti di altri biscotti, anche di marche note come Fior di loto... Chiaramente provenienti da filiere regolamentate con criteri validi anche da noi

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 7 mesi fa

      Potremmo inserire una dicitura tipo "extraUE-origine tipica" e nel caso potremmo inserire anche a un riferimento alla sostenibilità dei processi produttivi delle materie prime. Se pensiamo a cacao, caffè e altri prodotti spesso la preoccupazione potrebbe essere per la presenza di coltivazioni intensive non sostenibili o sfruttamento del lavoro (inserendo "extraUE- origine tipica e sostenibile"

      Rispondi
    • - 4 anni, 7 mesi fa

      Sono d'accordo. Potremmo specificare che l'origine Italia è importante per prodotto che vengono normalmente prodotti/possono essere prodotti in Italia. Il cioccolato non può che avere origini extra UE, per lo meno per la materia prima. Vale altrettanto per molte spezie, coltivate essenzialmente in Asia o frutti tropicali.

      • esempio pratico
        - 4 anni, 7 mesi fa

        https://beta.wikonsumer.org/prodotti/alce-nero-con-gocce-di-cioccolato

        guardiamo ingredienti: 60% farina italiana, 40% altro UE/Extra UE

        In etichetta Origine ingredienti è UE/Extra UE noi cosa mettiamo?
        1. Nella scheda mettiamo due caratteristiche -Origine materia prima UE/Extra UE - Origine farina: Italia
        2. Mettiamo solo Origine della farina: Italia

        Ho riportato questi biscotti solo a titolo d'esempio ma per molti trasformati abbiamo lo stesso dubbio. E se fosse stato sia farina che olio Italiano cosa avremmo messo? 3 caratteristiche? Sarebbe davvero incasinato! Aiutateci a venirne a capo. Non possiamo mettere 800.000 caratteristiche penso altrimenti troppe generano confusione.

        • - 4 anni, 7 mesi fa

          Penso che potremmo dare risalto ai prodotti italiani, e qualora ci fosse un prodotto che ha origine "tipica" altrove, andremmo a mettere tra parentesi proprio questo

          • - 4 anni, 7 mesi fa

            oddio, non ho capito. Mi potrebbe aiutare a capire se rispondessi all'esempio pratico dei biscotti alcenero

            • - 4 anni, 7 mesi fa

              Nel caso dei biscotti lascerei la dicitura "60% farina italiana, 40% altro UE/Extra UE" (rimarcando il fatto che non è solo italiana l'origine, fattore perciò "sfavorevole")
              ma se per esempio avessero avuto dei pezzi di cioccolato al suo interno, di origine Svizzera, avremmo scritto paese tipico di origine del cioccolato : Svizzera (che non è negativo come fattore, anzi). Non so se mi sono spiegata

        • - 4 anni, 7 mesi fa

          E se aggiungessimo "extraUE- origine tipica e sostenibile", specificando poi fra parentesi l'origine nella lista degli ingredienti solo per quelli italiani? es. farina (italiana), zucchero di canna, olio evo (italiano),.... ?

          • - 4 anni, 7 mesi fa

            Nn so, come idea mi piacerebbe non penalizzare un prodotto italiano che contiene cioccolato considerandolo italiano se tutti gli ingredienti (che si possono ritrovare italiani) sono italiani.

            Es biscotti alcenero
            Se la farina (e tutti gli altri ingredienti che si possono ritrovare con origine Italia) sono italiani metterei ITALIANO (prodotti extra UE origine tipica e sostenibile: cacao del Mozambico, vaniglia del Madagascar,...)

            Questo approccio é quello utilizzato anche per la certificazione bio. Se un ingrediente é ritrovabile in bio si deve utilizzare obbligatoriamente bio. Se nn é presente sul mercato come bio si attua la deroga.

            Spero di essere stato chiaro

            • normativa etichettatura
              - 4 anni, 6 mesi fa

              Marco ma se mettessimo "origine ingredienti: italia", quando in realtà non è così, non andiamo contro la normativa? In ogni caso temo che il consumatore (a altri...) potrebbero interpretarla come una pratica fraudolenta.

              https://www.lexdo.it/blog/vendita-prodotti-alimentari-online/
              Per ogni alimento venduto, sono obbligatorie le seguenti informazioni:

              denominazione dell’alimento, lo stato “fisico” nel quale si trova il prodotto e lo specifico trattamento che ha subito (ad esempio, se il prodotto è decongelato, surgelato, in polvere, etc.)
              elenco degli ingredienti
              allergeni
              quantità degli ingredienti o categorie di ingredienti
              quantità netta
              condizioni particolari di conservazione e/o le condizioni d’impiego
              nome o la ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare responsabile che commercializza il prodotto
              **** paese d’origine o il luogo di provenienza dell’alimento ****
              istruzioni per l’uso, per i casi in cui la loro omissione renderebbe difficile un uso adeguato dell’alimento
              grado alcolico per le bevande che contengono più di 1,2 % di alcol in volume
              dichiarazione nutrizionale.

            • - 4 anni, 6 mesi fa

              Ragazzi, cerchiamo di venire a capo su questo punto: sto vedendo per esempio adesso che il caffè non viene valorizzato perchè ha di suo poche caratteristiche da inserire e chiaramente non è italiano... Stavo pensando quindi di aggiungere all'elenco delle possibilità 2 valori: "UE/Extra UE da filiera sostenibile" e "Extra UE da filiera sostenibile".
              Quindi l'elenco completo sarebbe, in ordine crescente di valore: Extra-UE, UE/Extra-UE, Extra UE da filiera sostenibile, UE/Extra UE da filiera sostenibile, UE, italiana, locale (entro un raggio di 200 km), di propria produzione.
              Ditemi se per voi va bene (e Paolo, se non si creano casini nell'inserimento di questi due valori (considerando ovviamente l'incubo di andare a correggere tutti i prodotti che ce l'hanno...sigh!)

              • - 4 anni, 6 mesi fa

                Oppure aggiungere una caratteristica plus "da filiera sostenibile"...

            • - 4 anni, 7 mesi fa

              Io penso che potremmo classificare le materie prime come "Italia-UE-extra UE" solo se sono coltivati in Italia. Mi spiego meglio con l'esempio dei biscotti: se tutti gli ingredienti coltivabili in Italia sono reperiti/prodotti in Italia per me è un prodotto Italiano. Potremmo specificare che da questa classificazione escludiamo le materie prime che sono per loro natura prodotte o reperibili in paesi UE o extra UE, creando così una lista di esclusione per le materie prime che non possono rientrare nella classificazione di origine.

              La caratteristica "da filiera sostenibile" è molto interessante e può essere aggiunta tra le certificazioni

              • - 4 anni, 6 mesi fa

                martina vedi risposta a marco sopra

                • - 4 anni, 6 mesi fa

                  per quanto riguarda la filiera sostenibile, anche secondo me andrebbe inserita come caratteristica a parte o diventa complicato, potrebbe portare in confusione il consumatore, dobbiamo pensare a cose molto SEMPLICI.

              • x Marina
                - 4 anni, 6 mesi fa

                anche questo, scusa se non metto mani io, ma rischierei di riportare in maniera errata

                • - 4 anni, 6 mesi fa

                  Ho modificato inserendo i suggerimenti di Marco e Martina, che ne pensate? Se mi date l ok archivio

                  • Italia (con prodotti UE/extra UE di origine tipica e sostenibile)
                    - 4 anni, 6 mesi fa

                    temo che un consumatore che legge questa dicitura non comprenderebbe o comunque richiede uno sforzo e lascia dei dubbi. Per semplicità gestirei la casistica come
                    origine della farina: italia
                    ingredienti da filiera sostenibile: si

                    la caratteristiche materie prime, rimane, ma messa in secondo piano, tipo nei tab di dettaglio della pagina prodotto e non si vedrebbe nell'elenco dei prodotti.

                  • Mi sembra che mannca questa parte suggerita da martina
                    - 4 anni, 6 mesi fa

                    materie prime che sono per loro natura prodotte o reperibili in paesi UE o extra UE, creando così una lista di esclusione per le materie prime che non possono rientrare nella classificazione di origine.

                    La caratteristica "da filiera sostenibile" è molto interessante e può essere aggiunta tra le certificazioni

                    • - 4 anni, 6 mesi fa

                      Avevo incluso in questa dicitura il suggerimento di Martina
                      "Italia, Italia (con prodotti UE/extra UE di origine tipica e sostenibile)", implemento specificando proprio quanto detto da Martina?

                      • - 4 anni, 6 mesi fa

                        Si sarebbe utile fare un elenco di materie prime che escludiamo perché in Italia non si producono facilmente come cioccolato, quinoa, zucchero, ecc

                        • - 4 anni, 6 mesi fa

                          Provo a spiegarmi meglio, quello che io farei è:
                          ORIGINE DELLE MATERIE PRIME: 1. propria produzione 2. locale (entro un raggio di 200 km) 3. Italia (consideriamo origine materie prime italia anche se nelle materie prime sono inclusi ingredienti che non sono propriamente diffusi nel territorio Italiano. Gli ingredienti da noi considerati tali sono cioccolato, zucchero, sale,quinoa,...) 4. UE 5. Extra-UE

                          • - 4 anni, 6 mesi fa

                            come rispondevo a marco temo sia "fuori legge". Un rivenditore online deve riportare le stesse informazioni riportate in etichetta https://www.lexdo.it/blog/vendita-prodotti-alimentari-online/

  • Per Gabriella - valori per criteri generici
    Archiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa
    - 4 anni, 7 mesi fa

    proverei già qui a condividere i valori generici che possano essere utilizzati per tutti gli alimenti che abbiamo con Gabriella e Martina e Marco sino ad oggi condiviso. ES.:

    -i valori considerati per classificare l'origine dei prodotti e delle materie prime
    - i valori considerati per premiare un prodotto artigianale
    ecc...

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • - 4 anni, 7 mesi fa

      SI, direi di scrivere quelli che ci sono ora in modo da poter puntualmente discutere se vanno modificati

      Rispondi
  • Introduzione
    Archiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa
    - 4 anni, 7 mesi fa

    Ho iniziato ad abbozzare una prima introduzione. Attendo suggerimenti

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
    • non sempre basta la lettura delle etichette
      - 4 anni, 7 mesi fa

      Così come condiviso nell'articolo la qualità secondo wik, io aggiungerei che non sempre è suff la lettura delle etichette per essere certi di riconoscere la qualità di un prodotto. Che ne pensi?

      • - 4 anni, 7 mesi fa

        Spesso però per il consumatore non è sufficiente, in quanto non in grado di comprenderle.

        Dici che questa affermazione non sia sufficiente per esprimere quello che volevi dire? O intendi non sufficiente per altri motivi?

        • - 4 anni, 7 mesi fa

          intendo che alle volte certe info qualitative per legge non possono essere riportate o non sono obbligatorie in etichetta. Es:
          polifenoli e acidità dell'olio
          allevamento e mangime degli animali
          temperatura di cottura ed essiccazione dei prodotti da forno e delle paste
          ecc...
          Invece noi ci facciamo dare anche queste informazioni dai produttori

          • - 4 anni, 7 mesi fa

            ho modificato, pensi sia sufficiente?

            Rispondi
  • Organizzazione del lavoro
    Archiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa
    - 4 anni, 7 mesi fa

    Caio ragazzi vi propongo di lavorare così:
    -in questo articolo discutiamo e inseriamo le informazioni di carattere generale
    -nei singoli link alle varie categorie discutiamo gli argomenti specifici per ogni categoria.

    Fatemi sapere se per voi è ok

    Per rispondere è necessario annullare l'archiviamento
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